Sempre più spesso si sente parlare di povertà energetica, una questione complessa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Conosciamo meglio questo fenomeno che sta colpendo anche l’Italia e le misure messe in atto per contrastarlo.

Negli ultimi dieci anni i prezzi dell’elettricità hanno subito un’impennata nella maggior parte dei paesi dell’Unione Europea. Inoltre il susseguirsi di periodi di criticità economica e finanziaria, hanno fatto sì di aumentare le preoccupazioni riguardo al fenomeno della povertà energetica.

Un adeguato riscaldamento, un raffreddamento, la possibilità di poter illuminare le proprie abitazioni e accedere all’energia, sono servizi essenziali e allo stesso tempo necessari per garantire uno standard di vita adeguato e un buono stato di salute per i cittadini.

In assenza di tutto ciò siamo in presenza di un fenomeno sempre più diffuso, ovvero quello della povertà energetica.

Una famiglia o, anche un singolo individuo, che non riesce a raggiungere raggiunge un adeguato livello di servizi energetici essenziali a causa di:

  1. Un basso reddito;
  2. Una spesa energetica elevata;
  3. Una bassa efficienza energetica nelle proprie case.

Oggi si trova in una situazione di povertà energetica.

Si stima che più di 54 milioni di individui, nella sola Unione Europea, vivano in una condizione di povertà energetica.

Nel 2018 la Commissione Europea ha dato vita all’Osservatorio della povertà energetica, per fronteggiare questa difficoltà nei paesi europei. Gli obiettivi sono quelli di valutare, rilevare e diffondere le conoscenze e le buone pratiche per affrontare la povertà energetica.

Secondo l’Osservatorio, almeno 1 persona su 10 vive in questa condizione, ovvero circa il 10% della popolazione europea. Altri dati indicano che in Europa sono 57 milioni le persone non riescono a riscaldare le loro abitazioni durante l’inverno, 104 milioni di persone non possono rendere la loro casa accogliente durante l’estate, 52 milioni di persone pagano le bollette energetiche e le utenze domestiche in ritardo.

Povertà energetica in Italia

In Italia seppur non esista un sistema ben definito per il monitoraggio della povertà energetica, si è calcolato che sono circa 5 milioni le famiglie in povertà energetica, pari all’8,8% del totale. Il fenomeno è più diffuso in particolar modo nelle regioni del sud. Questa percentuale viene fuori dall’incrocio dei dati con i supporti assistenziali richiesti dalle famiglie.

A cercare di migliorare le cose ci ha pensato l’Autorità ARERA, definendo una “famiglia vulnerabile” alla povertà energetica tutte le famiglie che destinano oltre il 5% del loro reddito per la spesa energetica, e oltre il 10% per quella del gas.

Tuttavia, in mancanza di un sistema di monitoraggio concreto ed efficace, di conseguenza mancano anche le misure per arginare il fenomeno.

Nonostante siano presenti agevolazioni, come le detrazioni fiscali riconosciute a chi sostiene spese per interventi di riqualificazione energetica, i quali indirettamente combattono la povertà energetica, le stesse siano viziate da alcuni limiti, come il fatto che non possano accedervi le famiglie sprovviste di un reddito.

Una misura introdotta a supporto di tale fenomeno è stata quella del bonus sociale per disagio economico, in vigore dal 2009. Questo strumento di risparmio sulla spesa per le utenze di energia elettrica e di gas volto ad agevolare le famiglie in condizioni di disagio economico e le famiglie numerose, successivamente resto operativo dall’Autorità ARERA con la collaborazione dei Comuni.

Nel 2019, secondi i dati forniti dall’Autorità, 2 famiglie su 3, potenziali beneficiari dei bonus, non ne hanno fatto domanda. In particolare sono 837.598 le famiglie che hanno richiesto e ricevuto tali bonus, a fronte di oltre 2 milioni di famiglie. Solo per il Bonus elettrico, la percentuale dei beneficiari che ne aveva fatto richiesta non superava il 35%.

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