La cosiddetta guerra delle correnti è stata una competizione commerciale del XIX secolo, per il controllo dell’allora crescente mercato mondiale dell’energia elettrica. Approfondiamo i dettagli in questo articolo.

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma!

A breve vedremo il perché di questa frase come introduzione a questo articolo, che mira a raccontare alcuni approfondimenti della cosiddetta “Guerra delle correnti” avvenuta nell’ultimo ventennio dell‘800.

La guerra delle correnti

La cosiddetta guerra delle correnti è stata una competizione commerciale del XIX secolo per il controllo dell’allora crescente mercato mondiale dell’energia elettrica, quando il contrasto principale era fra il sistema di illuminazione pubblica a corrente alternata e l’illuminazione domestica con lampada a incandescenza a basso voltaggio (corrente continua).

Thomas Edison fu uno dei due protagonisti di questa battaglia dove con il suo monopolio sosteneva la distribuzione in corrente continua.

Tuttavia dovette fare i conti con Nikola Tesla, grande suo ammiratore nonché (ex) dipendente, ma che non trovo appoggio nella sua idea di sostituire l’intera distribuzione da corrente continua ad alternata, diminuendo cosi i costi e aumentando la distanza di distribuzione.

Per chi ha avuto modo di approfondire la storia di Tesla sa benissimo che non era sua abitudine arrendersi e proprio per questo trovo appoggio alle sue idee in un altro inventore, George Westinghouse, già noto per l’invenzione del primo sistema frenante sincronizzato. 

Le ricerche di Tesla

Da un lato Edison con la corrente continua, dall’altro Tesla con la corrente alternata.

Il sistema di distribuzione dell’energia elettrica di Edison si basava sul mantenimento dello stesso potenziale lungo tutta la linea, dal generatore fino all’utilizzatore, ad esempio una lampadina.

Tuttavia, lungo la linea, parte dell’energia veniva dissipata sotto forma di calore causando delle cadute di tensione, pertanto il potenziale erogato dal generatore doveva essere superiore al potenziale richiesto dall’utilizzatore.

I limiti della corrente continua sono quindi da riferirsi alle importanti perdite lungo la linea e alle difficoltà nel coprire zone lontane dalla centrale.

Inoltre, il sistema di Edison era adatto per l’illuminazione, ma non per alimentare i motori elettrici industriali sempre più diffusi negli impianti.

Tesla identificò nella corrente alternata un possibile rimedio, grazie ad un modello teorico basato sull’efficienza del trasporto a grandi distanze e sul trasformatore: il trasformatore è in grado di aumentare o abbassare il livello della tensione a seconda delle esigenze.

Il confronto tra due idee e due modelli produttivi diede vita alla guerra delle correnti. 

Tesla portava la corrente alternata per il paese fornendo dimostrazioni agli spettatori, mentre Edison avviò una campagna diffamatoria contro la corrente alternata, definendola come molto pericolosa e quindi non adatta ad applicazioni.

Ne seguì una campagna mediata alimentata da alcuni incidenti causati dalle linee ad alto voltaggio, e in questa si distinse un ingegnere elettrico, Harold Pitney Brown, che eseguì delle pubbliche dimostrazioni con l’assistenza della Edison Electric per palesare che la corrente alternata metteva a rischio la popolazione.

Per questo effettuò esperimenti di uccisione di animali con i due tipi di corrente A Brown e la Edison si affiancò la Thomson-Houston Electric Company.

In conclusione la guerra si concluse anche grazie a una serie di operazioni di fusione fra le aziende del settore.

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma!

Come diceva ad apertura dell’articolo “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, del resto se ci riflettiamo una nuova guerra delle correnti la stiamo vivendo anche oggi, magari il focus principale è diverso ma è la storia che si ripete.

Oggi oltre 800 fornitori del mercato libero combattono giornalmente per accaparrarsi quanti più clienti possibili, mettendo anche in cattiva luce altri o utilizzando delle strategie ingannevoli.

In fin dei conti l’obiettivo è solo uno: portarsi a casa il contratto. Non importante come, non importa cosa si racconta al cliente finale.

Magari un giorno troveremo questa competizione scritta nei libri o forse no, sta di fatto che, se ci soffermiamo a riflettere, quello che sta accadendo è una sorta di una nuova “Guerra delle correnti”.

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