Un’altra imposta presente nelle bollette del gas è l’addizionale regionale, in questo articolo scopriamo cos’è e come viene fatturata.

Nello scorso appuntamento ci siamo lasciati con l’approfondimento in merito all’accisa sul gas, oggi è il turno dell’addizionale regionale.

L’addizionale regionale, la parola stessa lo dice, è un’imposta applicata dalle regioni sul gas metano, e si va ad aggiungere alle altre due imposte: l’accisa e l’IVA.

In Italia è stata introdotta con il Decreto legislativo n. 398/1990, a tutti i seguenti soggetti:

  • soggetti che procedono alla fatturazione del gas naturale ai consumatori finali comprese le società aventi sede legale nel territorio nazionale e registrate presso la competente Direzione regionale dell’Agenzia delle dogane, designate da soggetti comunitari non aventi sede nel medesimo territorio che forniscono il prodotto direttamente a consumatori finali nazionali;
  • soggetti che acquistano per uso proprio gas naturale da Paesi comunitari o da Paesi terzi, avvalendosi delle reti di gasdotti ovvero di infrastrutture per il vettoriamento del prodotto;
  • soggetti che acquistano il gas naturale confezionato in bombole o in altro recipiente da altri Paesi comunitari o da Paesi terzi;
  • soggetti che estraggono per uso proprio gas naturale in territorio nazionale.

Nel caso specifico delle bollette del gas, l’addizionale regionale viene definita sulla base di 2 parametri:

  • consumo annuale;
  • l’ubicazione della fornitura.

Come funziona il calcolo dell’addizionale regionale.

La seguente imposta è l’unica a non essere uguale in tutto il territorio nazionale, in quanto è di competenza regionale e varia, appunto, a seconda delle regioni, ma anche in base alle condizioni climatiche.

Inoltre non tutte le regioni la applicano, in quanto esenti, come la Sicilia, Sardegna, il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia, la Val d’Aosta e la Lombardia

Ma come funziona il suo calcolo?

Per quanto riguarda le forniture ad uso domestico, l’addizionale regionale tiene conto del consumo annuo progressivamente a 4 scaglioni di consumo, dove, quasi nella maggior parte delle regioni risultano essere progressivi: ovvero si consuma, più si paga.

Ad oggi sono 4 gli scaglioni di consumo presenti:

  1. inferiore ai 120 metri cubi all’anno;
  2. tra 120 e 480 metri cubi all’anno;
  3. tra i 480 e 1560 metri cubi all’anno;
  4. oltre i 1560 metri cubi all’anno.

L’imposta in tutta Italia

Per semplificare il tutto abbiamo preparato una tabella che riepiloga gli importi dell’imposta regionale in base alle regioni in Italia, in modo da poter comprendere a quanto ammonta il valore della tassa per la propria fornitura.

Tutti i dati qui sono espressi in centesimi di euro:

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