In un mercato libero di oltre 700 fornitori, cosa succede se un fornitore fallisce? Il cliente finale rimane senza erogazione del servizio? In questo articolo approfondiamo questa particolare casistica.

In un mercato libero di oltre 700 fornitori può capitare prima o poi che qualche fornitore “salti” a causa di problemi finanziari o altre motivazioni. È successo già in passato e potrebbe succedere benissimo anche in futuro.

Ma in questi casi cosa succede per i clienti finali?

Si ritroveranno senza energia elettrica o gas? Dovranno in qualche modo rimetterci dei soldi di tasca propria per via del fallimento del fornitore?

In questo articolo cercheremo di rispondere quanto più accuratamente a queste domande, facendo luce su questa particolare casistica.

Il timore di rimanere al buio

Una delle domande intrinseche nella testa dei consumatori senza ombra di dubbio è quella “cosa succede se l’operatore luce e gas dichiara fallimento?”

Domanda che con tutta probabilità spinge i consumatori a restare immobili con il proprio fornitore storico, in quanto grande e conosciuto.

Dietro a questa apparente semplice domanda, pero, si nasconde il timore, che qualora sciaguratamente si effettui la scelta di un fornitore e questo in futuro possa dichiarare il fallimento, si corra il rischio di poter rimanere senza l’erogazione del relativo servizio energetico, con tutti i relativi disagi annessi e connessi.

In realtà, in un mercato ormai formato da oltre 700 fornitori, l’Autorità per l’energia elettrica e gas ha previsto delle speciali procedure a tutela dei consumatori, proprio per evitare che, dinanzi a casistiche come queste, si possa rimanere scoperti dall’erogazione dei servizi essenziali come la luce e il gas.

Il fallimento di un fornitore

Come dicevamo l’Autority ha previsto delle speciali procedure qualora sciaguratamente il fornitore scelto per i propri contratti di fornitura dovrebbe in qualche modo fallire.

Tendenzialmente un fornitore dichiara il proprio fallimento quando il suo attivo, derivante anche da eventuali fideiussioni bancarie, non riesce più a coprire l’ammontare dei propri debiti.

Devi sapere che, in particolar modo nel settore dell’energia elettrica e gas, i fornitori devono anticipare dei soldi sia per l’approvvigionamento delle materie prime, quindi luce e gas, sia a tutti gli attori della filiera per garantire il funzionamento della stessa. Il tutto ancor prima che i clienti finali effettuano il consumo e paghino le bollette emesse.

Considerando un periodo di fatturazione di un mese o addirittura due mesi, potrai ben comprendere il lasso di tempo in cui i fornitori rimangono “scoperti” in attesa di incassare dal pagamento delle bollette.

Quando il fornitore non riesce più a sostenere economicamente tali acquisti, o per via dell’elevato numero di morosità dei propri clienti, il patatrac potrebbe essere dietro l’angolo.

Dopo il fallimento del fornitore

Ma quindi cosa succede una volta che il proprio fornitore dichiara il fallimento?

Visto l’elevato numero di fornitori operanti nel mercato libero, e la mancanza di requisiti per abilitare gli operatori alla vendita, l’ARERA ha ovviato introducendo dei mercati che permettano al consumatore finale di ricevere la continuità del servizio, ovvero l’erogazione di luce e gas, anche in caso di fallimento del proprio fornitore.

Ad oggi, per i contratti di energia elettrica domestici, che dovrebbero ritrovarsi senza fornitore a causa del fallimento di quest’ultimo, tendenzialmente finiscono automaticamente nel mercato di maggior tutela, tuttavia ci sono dei casi dove non è possibile attivare il servizio di maggior tutela e pertanto sarà necessario ovviare con altri servizi.

Come nel caso delle forniture di gas, dove i clienti finali che vedono cessare amministrativamente il proprio contratto si ritroveranno attivo il “servizio di default” o nel “servizio di ultima istanza”.

Entrambi hanno diversi aspetti rispetto sia al contratto attivo prima del fallimento, sia dalle condizioni di maggior tutela.

Situazione ben diversa, invece, per le imprese più grandi, con un fatturano che non superiori i 10 milioni e un numero uguale o inferiore a 50 dipendenti, che finiscono nel cosiddetto servizio di salvaguardia.

Negli ultimi due casi i fornitori di “ultima istanza” e di “salvaguardia” vengono individuati sulla base di vere e proprie gare concorsuali, meglio definite come “aste su base regionale”, gestite direttamente dall’Acquirente Unico, che permettono di poter ottenere delle condizioni quanto più vantaggiose, ovvero dei prezzi concorrenziali.

Tuttavia non tutti sanno che, sia nel mercato di ultima istanza che in quello di salvaguardia, i prezzi sono soggetti a dei rincari in bolletta, ma di questo ne parleremo approfonditamente in articoli dedicati.

Quindi, in conclusione, qualora il proprio fornitore fallisca, vi sono delle garanzie da parte dell’ARERA, che assicurano la continuità della fornitura di energia elettrica o di gas.

Nulla toglie al cliente finale di poter far richiesta ad un altro operatore nel libero mercato, sottoscrivendo un nuovo contratto di fornitura con quest’ultimo, rientrando cosi di fatto nel mercato libero.

Ma come evitare di effettuare la scelta sbagliata?

Arrivando in conclusione di questo articolo sorge spontanea una domanda, ovvero quella di come fare per evitare di ricadere in una scelta sbagliata, ritrovandosi magari con disservizi o nella peggiore delle ipotesi con il fallimento del proprio fornitore.

Quali precauzioni prendere? Quali dati valutare?

Questo articolo punta anche ad aumentare la consapevolezza dei consumatori di energia elettrica e gas e di come le scelte finali non devono basarsi esclusivamente su una promessa di un prezzo più basso o su promesse “elimina tasse in bolletta”.

Il peso delle bollette negli ultimi anni è senza ombra di dubbio diventato un bel problema per i consumatori, ritrovandosi circa il 60% di costi fissi, ovvero costi tendenzialmente slegati dal consumo effettivo delle materie prima, e di conseguenza cercando in tutti i modi di abbattere il costo delle bollette.

Questa voglia, questo desiderio, porta spesso a fidarsi del primo contatto commerciale che si riceve, dove con una promessa puramente verbale, ci viene riferito di tagliare i costi fissi o addirittura di dimezzare il costo della bolletta.

Non vogliamo esagerare, ma crediamo che oggi il 90% dei cambi fornitore avviene su una promessa che non sta né in cielo né in terra, con anche il rischio di incappare in qualche fornitore che dall’oggi a domani potrebbe creare dei disagi, dichiarando il fallimento.

La reputazione di un’azienda

In realtà la valutazione del prezzo è una delle ultime cose da valutare quando si decide di scegliere il proprio fornitore.

Ma come? Starai pensando io cerco un fornitore per risparmiare e il prezzo deve essere l’ultima cosa?

Ebbene sì, il prezzo dell’offerta commerciale spesso è solamente uno specchietto per le allodole, per farsi di attirare l’attenzione del consumatore, tralasciando aspetti ben più importanti e non valutando attentamente tutta la proposta commerciale, che potrebbe nascondere dei costi.

Un altro aspetto che non bisogna assolutamente tralasciare è quello della reputazione di un’azienda, reputazione intesa sotto diversi punti di vista, come:

  • La solidità finanziaria;
  • Le certificazioni;
  • I feedback dei clienti.

Sembra ombra di dubbio questi sono 3 parametri fondamentali per capire se il fornitore che si sta scegliendo possa davvero garantirci un valido servizio, senza problemi e che possa lasciarci soddisfatto.

La solidità finanziaria è un parametro importante, che ad oggi non viene considerato quasi da nessun consumatore, motivo per cui molto spesso si finisce con affidarsi sempre ai “grandi nomi dell’energia”, peccato che li stessi sono quelli che si beccano le multe dall’Antitrust per pratiche commerciali scorrette.

Le certificazioni sono sempre sinonimo di qualità. Oggi esistono centinaia e centinaia di certificazioni che permettono alle aziende di aumentare i loro standard qualitativi: sicurezza, qualità, responsabilità e così via.

Scegliere un’azienda che ha dietro delle certificazioni rilasciate da enti terzi senza ombra di dubbio mette in risalto il lavoro di quella azienda, di quel fornitore.

Infine, non meno importanti, i feedback dei clienti.

Avere la possibilità di leggere le testimonianze dei clienti permette di farsi un’idea di come quel fornitore gestisce il rapporto con i propri clienti e soprattutto se mantiene le promesse fatte in fase di acquisizione, puntando alla soddisfazione dei propri clienti.

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