Può capitare che le bollette non arrivino da parte del proprio fornitore, non perché il postino non le consegna, ma in quanto vi è un blocco della fatturazione. In questo articolo scendiamo nei dettagli del disservizio per capire cosa fare e come comportarsi.

A chi non è mai capitato di non ricevere una bolletta dal proprio fornitore di energia elettrica o gas e ricevere direttamente un sollecito di pagamento?

Diciamo che con ciò ci si potrebbe ritenere anche fortunati, visto e considerato che in diverse situazioni non arriva neanche il sollecito.

Una fra queste è proprio quella del “blocco della fatturazione”.

Che cos’è il blocco della fatturazione?

Il blocco della fatturazione è relativo alla mancata emissione delle bollette e di conseguenza delle consegne, in quanto una bolletta che non è stata nemmeno creata, difficilmente potrà essere consegnata al diretto interessato.

Tipicamente questo disservizio si verifica quando si cambia fornitore o si cambia l’intestazione di un contratto, quindi eseguendo una voltura, per degli errori nel sistema di fatturazione del fornitore, che nulla hanno a che vedere con l’atto pratico di cambiare fornitore o intestazione di un contratto.

Quindi, nonostante il contratto sia andato a buon fine e il conteggio dei consumi ha preso inizio, il fornitore non riesce ad emettere le relative bollette.

Così facendo i mesi passano, i consumi aumentano, e il rischio di ritrovarsi con una bolletta unica e un importo abbastanza importante è dietro l’angolo. Situazione tipica del conguaglio.

Questo disservizio può durare anche anni se il fornitore non risolve tempestivamente l’anomalia nel suo sistema.

Ma quindi cosa fare?

Blocco fatturazione, cosa fare?

Tendenzialmente quando si è davanti a questo disservizio, ma anche ad altri, la prima cosa che si fa è quella di chiamare il servizio clienti e far notare la situazione, aprendo la segnalazione con l’operatore di turno.

Magari si tratta solamente di una bolletta e di conseguenza si sottovaluta il tutto.

Il problema diventa incomincia a diventare più evidente quando i mesi passano e le bollette diventano 3,4 o 5 con la presa di consapevolezza di doversi ritrovare a pagare tutto d’un tratto una cifra, probabilmente, esorbitante, con conseguenti disagi.

Il consiglio che ci teniamo a darvi è quello di non prendere sottogamba il problema ed intervenire con i giusti mezzi, fin dall’inizio, in modo da mettere subito del “pepe” alla situazione.

Difatti con le “misure formali” il fornitore avrà tutto l’interesse nel risolvere nel più breve tempo possibile la situazione onde evitare di dover essere richiamato dall’Autorità rischiando sanzioni o altro.

Misure formali

Cosa intendiamo per misure formali?

Per misure formali intendiamo una procedura ben definita per gestire al meglio la situazione e avere la meglio sul disservizio, limitando i danni e magari vedersi riconosciuto anche un rimborso per i disagi subiti.

Quando ci si trova dinanzi ad un disservizio, in ogni caso, la miglior soluzione che si può mettere in atto è quella di scrivere un reclamo al proprio fornitore e avere una spedizione che abbia una validità legale.

Per validità legale si intende una spedizione che sia tracciabile e quindi che confermi l’avvenuta ricezione da parte del fornitore.

Rientrano tra questi:

  1. Fax;
  2. Raccomandata con ricevuta di ritorno;
  3. PEC con avviso di consegna.

Con queste 3 modalità si ha la certezza che il fornitore abbia ricevuto il reclamo e pertanto, come previsto dalla legge, inizierà a decorrere un tempo massimo in cui lo stesso dovrà fornitore risposta, pena il riconoscimento di un indennizzo per il consumatore.

Difatti, qualora siano trascorsi questi 40 giorni, o il fornitore abbia risposto al reclamo ma la stessa risposta non sia risultata soddisfacente per la risoluzione della problematica, si avrà la possibilità di proseguire ufficialmente nella risoluzione della stessa attraverso il servizio di conciliazione!

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